Descrizione
Domenica 1 settembre si terranno la S. Messa solenne e a seguire, sulla Piazza Vittorio Emanuele II, la tradizionale corsa del carro.
Si fa riferimento alla corsa del carro a Pralormo da almeno tre secoli: Mons. Pietro Giuseppe Conti nel suo libro “Avventure di un parroco nella diocesi di Asti” del 1903 riferisce di aver trovato citazioni del carro nell’archivio parrocchiale dell’epoca risalenti al 1734.
A Pralormo, come in altri paesi del Piemonte (si ricordano ad esempio Riva presso Chieri e Chieri in Provincia di Torino, Villanova e San Paolo Solbrito in Provincia di Asti), è usanza far “correre” il carro in occasione della festa patronale. La tradizione vuole che sia un carro di legno a quattro ruote trainato da buoi, ma con il passare del tempo è stato modernizzato e adatto alle varie realtà locali. Il principale scopo della “corsa del carro” era quello di raccogliere fondi per le necessità della Chiesa dedicata al Santo Patrono. Il compito di organizzare e gestire la colletta è affidato annualmente a due rettori (anche detti “prior” o "masiè").
Con il tempo a questo primo aspetto se ne aggiunsero altri, quali la processione per le vie del paese, la recita degli “stranot” e l’incanto del cappello.
Gli “stranot” (in italiano “strambotti”) sono poesie dialettali i cui contenuti o inneggiano le azioni buone della collettività o sbeffeggiano quelle meno buone di quanti sono preposti alla gestione del bene comune.
In realtà, da diversi decenni, il carro rimane fermo in Piazza Vittorio Emanuele II di fronte alla Chiesa, dal momento che lo spostamento del carro lungo la Via Umberto I fino al Palazzo Municipale, e la conseguente replica delle Autorità dalla loggia del Comune è stata ritenuta non più adeguate alle attuali circostanze...
L’incanto del cappello, altra peculiarità del carro di Pralormo e di pochi altri nella zona, ricorda le “badie” o compagnie virili, un tempo molto in voga nei paesi.
Si fa riferimento alla corsa del carro a Pralormo da almeno tre secoli: Mons. Pietro Giuseppe Conti nel suo libro “Avventure di un parroco nella diocesi di Asti” del 1903 riferisce di aver trovato citazioni del carro nell’archivio parrocchiale dell’epoca risalenti al 1734.
A Pralormo, come in altri paesi del Piemonte (si ricordano ad esempio Riva presso Chieri e Chieri in Provincia di Torino, Villanova e San Paolo Solbrito in Provincia di Asti), è usanza far “correre” il carro in occasione della festa patronale. La tradizione vuole che sia un carro di legno a quattro ruote trainato da buoi, ma con il passare del tempo è stato modernizzato e adatto alle varie realtà locali. Il principale scopo della “corsa del carro” era quello di raccogliere fondi per le necessità della Chiesa dedicata al Santo Patrono. Il compito di organizzare e gestire la colletta è affidato annualmente a due rettori (anche detti “prior” o "masiè").
Con il tempo a questo primo aspetto se ne aggiunsero altri, quali la processione per le vie del paese, la recita degli “stranot” e l’incanto del cappello.
Gli “stranot” (in italiano “strambotti”) sono poesie dialettali i cui contenuti o inneggiano le azioni buone della collettività o sbeffeggiano quelle meno buone di quanti sono preposti alla gestione del bene comune.
In realtà, da diversi decenni, il carro rimane fermo in Piazza Vittorio Emanuele II di fronte alla Chiesa, dal momento che lo spostamento del carro lungo la Via Umberto I fino al Palazzo Municipale, e la conseguente replica delle Autorità dalla loggia del Comune è stata ritenuta non più adeguate alle attuali circostanze...
L’incanto del cappello, altra peculiarità del carro di Pralormo e di pochi altri nella zona, ricorda le “badie” o compagnie virili, un tempo molto in voga nei paesi.
Galleria immagini
Costo
Gratuito
Contatti
Nome | Descrizione |
---|---|
posta@comune.pralormo.to.it | |
Telefono | 011.9481103 |
Ultimo aggiornamento pagina: 21/08/2013 10:30:38